I manufatti ed impianti insistenti sull’area costituivano l’impianto di “produzione del Coke” da carbon fossile mediante processo di distillazione delle sostanze volatili da quest’ultimo. A tal fine, il carbone, proveniente dai parchi, attraverso una serie di nastri trasportatori veniva condotto nell’edificio destinato alla preparazione dello stesso, nel quale veniva opportunamente miscelato per poi essere introdotto prima nelle torri di carica e, quindi, all’interno dei forni, nelle cosiddette “batterie di cokeria”.
Queste ultime, in numero di sei, costituite ciascuna da trenta forni, erano collegate ciascuna ad una ciminiera di sfiato dei fumi, e servite da torri di spegnimento presso le quali il coke prodotto, incandescente, veniva “spento” con acqua di mare per poi essere condotto, mediante nastri trasportatori agli impianti di vagliatura posizionati in testa alla cokeria (area A1 – vagliatura).
All’interno delle batterie avveniva il rilascio delle sostanze volatili e dell’umidità naturalmente presenti nel carbon fossile. Il gas di cokeria prodotto veniva quindi convogliato all’impianto dei c.d. “sottoprodotti” (SOT) per subire le successive operazioni di depurazione e recupero.
I manufatti presentavano sovente dimensioni rilevanti, sia globalmente sia relativamente alle loro componenti quali membrature di spessore elevato, tubazioni di grosso diametro, basamenti di grande volume, ferri di armatura di grosso diametro (fino a 4.5 cm), ecc.. Fabbricati di tipologia differente risultano in molti casi interconnessi gli uni agli altri, presentando di fatto una configurazione senza apparente soluzione di continuità.
In sintesi:
- problematiche rilevanti:
- presenza di amianto diffuso nelle giunzioni tra acciaio e refrattario delle batterie;
- demolizione delle ciminiere in mattoni e in ferro fino ad un’altezza di 75 m;
- demolizione delle due torri di carica del carbon fossile;
- mezzi impiegati:
- escavatori di svariate taglie e dimensioni, attrezzati con pinze da demolizione, martelloni, frantumatori, benne e cesoie per strutture metalliche, anche montate su bracci lunghi fino a 50 m;
- “Fly Demolition System” per la demolizione delle ciminiere in mattoni;
- autogru per lo smantellamento di strutture in quota;
- sistemi di abbattimento polveri impiegati nel corso delle demolizioni di strutture in cls;
- utilizzo del sistema di taglio ossiacetilenico nel corso dello smantellamento delle strutture metalliche.